Rilievi storici

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Rodolfo Fantuzzi , legato all’Accademia Clementina , giovane artista bolognese .

Sul finire dell ‘ 800 Bologna fu l’ unico centro culturale che si distinse in termini di confronto con altre citta’ , quali Venezia , Milano e Torino. Bologna fu la sola che , dopo un ‘ imperante tradizione di prospettiva architettonica bibienesca vide i giovani artisti proporre la “ stanza paese “ , dove la spazialita’ e gli elementi arborei abbattevano completamente le necessarie strutture architettoniche. Quegli ambienti non erano proposti ai committenti come luoghi di quiete estiva , come nelle residenza extraurbane cinquecentesche

ma come “ salons et salles a’ manger” ; quest’ ultime erano vere novita’ spaziali acquisite dalla ricca borghesia napoleonica. Proprio a Bologna nacque allora un nuovo concetto di paesaggio , che in quegli anni superava anche il celebre vedutismo veneto legato ad una tradizione rococo’ e tiepolesca , che nell ‘ ottocento non riusci’ a rinnovarsi adeguatamente e ad imporsi con artisti di fama.

La sala ovale di casa Guicciardini in Bologna Un inedito ciclo pittorico di Rodolfo Fantuzzi ( Bologna 1781- 1832 )
Rodolfo Fantuzzi continuando l’ opera del maestro Vincenzo Martinelli realizzo’ pittoricamente i propri paesaggi secondo un desiderio di borghese serenita’. Questi due ultimi temperisti avevano attinto , durante l ‘ iter di apprendimento , dalle ricche biblioteche della nobilta’ bolognese , studiando le opere a stampe giunte dalla Francia. Fantuzzi e Savini impostarono su quelle incisioni , con varianti del tutto personali , un ricco repertorio iconografico dal quale , per realizzare “ le stanze paese “ attinsero novita’ decorative che avevano le proprie radici nella tradizione pittorica del tardo-manierismo.

A tali principi si ispiro’ Rodolfo Fantuzzi , nel decorare l’ inedita sala ovale di casa Guicciardini-Cesari , non utilizzando comparti architettonici di tipo basoliniano o palagiano , ma inserendo poche calibrate architetture , che dovevano essere solo elementi focali secondari della “ stanza paese “

Nel caso specifico di casa Guicciardini egli non segui’ lo schema settecentesco dell’ “ architettura di verzure come sapientemente avevano eseguiti il maestro Vincenzo Martinelli ed il giovane Pelagio Palagi nella stanza paese di palazzo Aldini ( tra il 1800 ed il 1805 ), dove agli angoli di un ideale gazebo o padiglione si potevano ammirare piu’ scorci di un idilliaco paesaggio.

Fantuzzi forni’ invece una soluzione tutta aperta e libera da ingombri , dove gli stessi accessi di servizio a bussola furono da lui celati secondo i principi del trompe l’ oeil.Le quattro porte lignee e le cornici degli stipiti diventano cosi’ un tutt ‘ uno con il paesaggio , trasformate in basamenti architettonici per quattro sculture allegoriche.Seguendo i principi dell’ arte muraria , erano completamente dipinte ad imitazione di conci lapidei , in parte degradati dal tempo con presenza di licheni ed edera.La nuova sala fu eseguita nel 1822 per i coniugi Filippo Baravelli e Marianna Cesari , proprietaria quest’ ultima della cinquecentesca abitazione. Reputo che i giovani sposi abbiano scelto solo in un secondo tempo il Fantuzzi come decoratore , accettando il Trompe d ‘ oeil come novita’ alla moda.L’ artista trovo’ infatti nell’ ambiente prescelto un banale soffitto piano , contrariamente a cio’ che sarebbe stato ideale per lui, cioe’ una volta a vela.Il Fantuzzi dipinse una classica ed elegante dedica al Baravelli. Supporto pittorico alla finta lapide chiaroscurata dell’ epigrafe fu lo sportello in canapa, a chiusura della bocca del camino. Per la Casa Guicciardini-Cesari il Fantuzzi trasse , in parte ispirazione dalle opere di Claude Joseph Vernet ( 1714-17899 , Antoine Vernet ( 1726-1775) detto Vernet de Marseille , che con il fratello Jean Antoine ( 1716-1775 ) si erano stabiliti a Napoli , celebri per le marine pervase da un sereno nitore mediterraneo, ampiamente diffuse fra gli amatori d’ arte attraverso le incisioni. Il camino fu ideato come supporto architettonico ad un gruppo scultoreo , dove ad un Nettuno armato di tridente erano abbinati un delfino ed un tritone in atto di suonare una grande conchiglia.Il gruppo scultoreo risultava cosi’ ideale partizione deldiorama ovale, che costituiva l’ intero decoro pittorico parietale.La mancanza di imponenti architetture e figure di genere esalta le presenze arboree di tipo mediterraneo che fanno da quinta. Il Fantuzzi pose alla sinistra un salice piangente ed alla destra un pino marittimo , che indicano rispettivamente un elemento di matrice romantica anglosassone ed uno tipico del pesaggio italico. Quest’ ultimo e’ messo in rapporto ad un bosco e ad una lontana altura.Nella sala ovale le due superfici parietali concave piu’ lunghe , pur avendo come soggetto l’ elemento acqueo ,si diversificano nell’ impostazione.Una riconduce ad una visione marina con un porto munito di torre ed imbarcazioni alla rada , di gusto ancora settecentesco; la seconda risulta l’ idealizzazione di un lago contenuto in una realta’ montuosa , unico elemento emergente , opera dell’ uomo , e’ un alto basamento come supporto ad una scultura di tipo antico.L’ impostazione fantuzziana ricorda non solo le opere francesi del Vernet , ( ma anche la veduta di un porto eseguita in villa Pallavicini da Vincenzo Martinelli in collaborazione con Pietro Fancelli ).Il Fantuzzi in casa Guicciardini – Cesari presenta una veduta marina sgombra da ogni presenza montuosa ed abbassa , secondo la tradizione nordica , la linea dell’ orizzonte.

Pur mantenendone l ‘ impianto compositivo , il Fantuzzi trasformo’ la torre cilindrica , che comparenella veduta del maestro , in torre quadrata con mura a balcone. Per assecondare l’illusione prospettica accentuo’ il verticalismo della costruzione militare affiancandole , in modo ben proporzionato , un ‘ imbarcazione a vele spiegate. Lo zoccolo , che interessa l’ intera ‘ sala paese ‘ , fu pensato e realizzato come muro di cinta in conci lapidei , consunti dal tempo e qua e la’ ricoperti da vegetazione spontanea.

A conclusione di questa nota , si osservi che i dipinti parietali servivano a rendere vivibili ambienti bui prospicenti cortili o cavedi.